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Lavoro e addestramento del cavallo non montato

di Viberti Alessandro



I principi d’oggi sono molto facili a comprendersi, e ad applicarsi, specialmente per chi è nato con questi, ma ciò non toglie che non debbano essere compresi bene ed applicati meglio. Siccome il nostro orizzonte è molto più lontano di una volta, per raggiungerlo bisogna lavorare e poi lavorare ancora, ma sempre andando dritti sulla solita via.


Capitano Federico Caprilli



Prima di Incominciare qualsiasi tipo di lavoro, il puledro deve essere il più possibile: rilassato, calmo e vigile. Condizione fondamentale per imparare ed ascoltare.
Il lavoro ed addestramento del cavallo non montato, si può suddividere sostanzialmente in tre fasi:

  1. Lavoro alla corda
  2. Lavoro da terra
  3. Salto in libertà

Lavoro alla corda:

Questo tipo di lavoro insegna al cavallo la scioltezza delle tre andature e solidifica la muscolatura della schiena e in generale. E ginnastica il puledro alle flessioni laterali per renderlo più elastico alle due mani. Nelle prime fasi del lavoro alla corda, ci aiuteremo con un tondino che avendo una parete, faciliterà il cavallo a seguire una direzione. Per non creare problemi alla bocca del cavallo dato che non è possibile al momento usare una imboccatura, si sceglierà una capezza od un capezzone ad anelli (preferibilmente la capezza) con adeguata imbottitura. Nella capezza aggiungeremo alla stessa un cordino con funzione di leggera pressione tipo barbozzale per rendere l’idea. Il preparatore  posto al centro esatto del tondino con l’aiuto di una frusta lunga (avente funzione solo di un prolungamento della mano) e seguendo con le spalle rivolte in avanti, stimola il movimento e l’avanzamento in avanti del cavallo, attento con lo sguardo vigile ai comandi. Per arrestarlo invece ci opporremo con le spalle al suo movimento o con l’ausilio della frusta roteandola dietro le spalle contraria al movimento davanti alla testa. Facendo molta attenzione all’uso della frusta , perché il cavallo non deve avere alcun timore, ma deve comunque averne rispetto. Il preparatore a cavallo fermo, accarezzerà con l’ausilio della frusta lunga e della longia  tutte le parti sensibili per favorire la confidenza. E’ importantissimo imparare il linguaggio della frusta nel lavoro alla corda, perché si può fare un cambio di andatura , allontanare il cavallo che si avvicina riportandolo nel circolo, una maggiore ampiezza nei movimenti, richiamare subito l’attenzione. La voce invece può accompagnare od in alcuni casi precedere l’azione della frusta. Anche i movimenti del preparatore sono importanti per indicare segnali al cavallo, al centro esatto del circolo è un punto di riferimento, all’altezza delle anche favorisce l’avanzamento, all’ altezza delle spalle porta al rallentamento. Tutti questi creano una forte intesa fra preparatore e cavallo a tal punto da essere indispensabili per un addestramento completo. Questo lavoro non deve comunque essere pesante, con transizioni e cambi di mano frequenti. Negli alt non bisogna assolutamente abbandonare il circolo e far avvicinare il cavallo al centro. Infine quando il cavallo risponde perfettamente ai comandi, si potrà abbandonare il tondino per lavorarlo in maneggio con candelieri e barriere, che lo obbligano a rimanere nel circolo fino ad abolirli. Ultimato il lavoro alla corda, si potranno svolgere esercizi su barriere a terra e piccoli salti.

Lavoro da terra:

Conduzione da dietro del cavallo a redini lunghe. Questo tipo di lavoro serve essenzialmente a far progredire velocemente il cavallo nel suo addestramento. E’ richiesta da parte del preparatore una particolare pazienza e sensibilità per l’esecuzione degli esercizi. Tutti i movimenti che vengono richiesti al cavallo nelle sue parti mobili, servono esclusivamente ad ottenere la decontrazione. Quindi con l’aiuto delle redini lunghe e della frusta, insegneremo al cavallo come accettare i vari comandi che gli verranno richiesti quando sarà montato dallo stesso preparatore. Per esempio a raccogliere i posteriori  sotto la massa del corpo e la flessione della ganascia e della nuca. Il lavoro da terra deve essere eseguito successivamente dopo il lavoro alla corda , preferibilmente i preparatori dovrebbero essere due per dividere i compiti nel lavoro della doppia longia.
Il cavallo nel lavoro della doppia longia è inquadrato tra le redini, il preparatore dovrà assumere una posizione dietro il cavallo, oppure di lato vicino all’anca interna, l’impulso sarà dato se necessario con l’impiego di una frusta lunga. Si utilizzerà un fascione dotato di parecchie campanelle laterali in varie posizioni, la doppia longia deve essere passata nelle campanelle laterali del fascione, per ottenere l’effetto della redine diretta di opposizione.
Ovviamente la posizione, delle campanelle cambia l’effetto e di conseguenza la posizione dell’incollatura del cavallo. Per effettuare il passaggio delle redini da destra a sinistra, appoggeremo la redine esterna alla gamba sopra il garretto.
le andature da tenere in questo lavoro sono il passo e il trotto, per fare in modo che il preparatore possa seguire il cavallo senza correre. Il preparatore può eseguire questo lavoro su di una linea retta, in circolo, a seconda dell’ obbedienza e della serenità del cavallo.
  
Salto in Libertà:

I primi salti del cavallo dovranno necessariamente essere effettuati, con il lavoro scosso oppure in corridoio. Per agevolare ed aiutare il cavallo a saltare scosso in maneggio, si compone un breve tratto di corridoio vicino al salto, sfruttando lo steccato del maneggio, o la parete del maneggio coperto come lato e utilizzando pilieri e barriere come altro lato. Tutto questo lavoro ha una grande utilità nel cavallo, che lo responsabilizza totalmente nell’avvicinamento al salto, perfezionando il suo gesto, a patto che non lo si metta in difficoltà. Tutti i salti devono essere invitanti, e particolarmente bassi, con un piede evidente e con l’aiuto della barriera a terra per aiutarlo a trovare la battuta giusta. Il lavoro in corridoio necessita di due persone una che accompagna a mano il cavallo verso il salto, un’altra che lo invita ad arrestarsi subito dopo regalando una piccola ricompensa ( carote, pane, mangime).





In conclusione possiamo dire che un lavoro troppo veloce e pesante potrebbe compromettere i risultati dell’addestramento. Invece un lavoro mirato e programmato, in linea con la progressione, favorisce un equilibrato sviluppo del cavallo senza conseguenze né per il fisico né per il carattere. Se si sceglierà di compensare la sua esuberanza con un lavoro vario e piacevole, si otterrà un cavallo: energico, sottomesso, generoso. (Alessandro Viberti)



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